Costa Rica, l’Olanda. Anche la nostra Federazione Italiana Gioco Calcio ha un suo bel tornaconto e ottiene in generale dalle voci » pubblicità e sponsorizzazione» circa 40 milioni di euro a stagione. Una colata di milioni di euro per fabbricazione e commercializazione di favolose uniche e sontuose «griffe» delle tenute da gioco. Ogni Freccia costa 9.000 euro lordi /una singola ora di volo, per velivolo. 3,52 milioni di euro nel 2010, ben 4,4 milioni di euro nel 2011, altri 1,9 milioni nel 2012, ..ancora 1,5 milioni nel 2013 e altri 2,1 milioni di euro per festeggiare ieri il 2 giugno 2014. Che pacchia! Inoltre il 26 giugno 2021, partecipa alla prima Finale Regionale di Supercoppa Eccellenza, dove s’impone per 3-1 contro la Sancataldese, scrivendo il proprio nome come prima vincitrice della neonata manifestazione. Il 4 giugno di vent’anni fa, appena 12 ore dopo la fine del suo film più ambizioso e impegnativo, «Il Postino», Massimo scivolava dal sonno alla morte nella casa di sua sorella Annamaria, a Ostia, dove aveva trovato rifugio dopo le fatiche di un set che non avrebbe dovuto affrontare. In Brasile, le enormi organizzazioni commerciali che giocano sui risultati sportivi hanno trovato l’Eden : vi si annidano dentro e lo sfruttano al massimo.
Ricordo di un poeta: Massimo Troisi. Se uno nasce a San Giorgio a Cremano alle porte di Napoli ma nel cuore di una periferia disastrata, ancora campagna, non ancora città, e cresce in una casa piccola e sovraffollata con cinque fratelli, due genitori, due nonni e cinque nipoti, o si chiama Massimo Troisi o si rassegna all’anonimato fin dall’infanzia. Alla vigilia del «Postino», Troisi era tornato in America dal chirurgo (De Beckey) che già una volta l’aveva operato in gran segreto al cuore agli inizi della carriera. Massimo Troisi decise di far onore al suo nome e di combattere contro un destino difficile, acuito fin dalla giovinezza da dolorose febbre reumatiche che produssero lo scompenso cardiaco alla valvola mitralica che gli sarebbe stato fatale ad appena 41 anni. Cambiò però il materiale di realizzazione delle casacche, passando dalla lanetta a un tessuto acetato e lucido. In «quinta serie» il percorso del club dura un solo anno: la retrocessione immediata porta i rossoblù a disputare due tornei di Promozione, giungendo prima al settimo posto, poi al primo, e tornando quindi nel 1979/80 in Serie D. Alla nuova, immediata retrocessione seguono però problemi finanziari che costringono la società ad interrompere la propria attività tra il 1981 ed il 1984. Nel 1984/85 viene iscritto un nuovo club alla Prima Categoria, con il nome di Pro Milazzo, dopo aver rilevato il titolo sportivo del Merì.
’individuazione di un rappresentante del Comune di Roma nel Comitato promotore delle Olimpiadi per la presenza del Campidoglio e il controllo sulle scelte” Due giorni dopo, il 9 maggio l’incontro d malagò con della candidata Sindaco M5s Virginia Raggi, che dai commenti rilasciati sembra ammorbidire l’intransigenza precdente: “Abbiamo ribadito la nostra linea: non c’è alcun pregiudizio nei confronti dei Giochi ma dobbiamo pensare prima all’ordinario e poi valuteremo anche lo straordinario”. Vorrei approfondire il mio pensiero, cioè la mia domanda è: perché questi report che Greco fa sull’Italia, bocciando l’Italia costantemente sulle ipotetiche misure che sta adottando contro la corruzione, sono soltanto in inglese ? «Ho sempre creduto nella diversità, sia nella scuola che nel mio mandato politico». Sapeva di non poter affrontare il doppio sforzo dell’ideazione e dell’interpretazione (nonostante avesse lasciato la regia a Michael Radford per arrivare alla fine delle riprese) ma scelse di non risparmiarsi per avere l’opportunità di Philippe Noiret nel ruolo del poeta Neruda. Giornata interamente spostata al 21 aprile 2009, maglia milan 2025/2026 in segno di lutto per i morti del terremoto d’Abruzzo. Invece una grossa debacle per gli sponsors. Ricandidato da Matteo Renzi alla regionali del 2015, Rossi già deve fare i conti con la fronda piddina dei seguaci toscani di Pippo Civati, che chiedono le primarie, e che gli volevano opporre prima il critico d’arte Tomaso Montanari e poi l’ex-rettore Luciano Modica adesso mentre Sel e Tsipras sognano di portarlo a ballottaggio, vagheggiandone la sconfitta al secondo turno.
Col gruppo «I Saraceni» e poi con gli inossidabili amici de «La Smorfia» (Lello Arena ed Enzo Decaro) uscì presto dai confini vernacolari del successo paesano per portare la sua lingua (un napoletano vivacissimo e torrenziale, sincopato e colorito, «l’unica lingua che so parlare, a dire il vero») sulle reti televisive nazionali e poi al cinema. Nato il 19 febbraio del 1953 da un macchinista ferroviere e da una casalinga, il «Pulcinella senza maschera» che il pubblico avrebbe amato fin dall’esordio con «Ricomincio da tre» (1981), si era formato sulle tavole del palcoscenico, istintivo erede di Eduardo e di una napoletanità irridente e dolente che avrebbe traghettato in un diverso sentire, quella della «nuova Napoli» di Pino Daniele e di Roberto De Simone. Mentre Riccardo era nella squadra di softball nello stesso Torneo anche questa vincente. Quando lo striscione del gruppo è sparito dagli spalti di San Siro molti attestati di stima sono arrivati anche dai più acerrimi rivali.